La mostra gratuita di Aldo Mondino, regole per l’inganno alla Building Gallery

Building Gallery presenta la mostra gratuita dedicata ad Aldo Mondino dal 5 aprile al 17 giugno 2023. L’abbiamo visitata per voi in anteprima.

 

A cura di Alberto Fiz, la mostra ripercorre le tappe della carriera di uno dei più importanti esponenti dell’arte italiana del dopoguerra. Aldo Mondino ha sperimentato tra materiali e tecniche, così la mostra spazia tra pittura, disegni, sculture e installazioni, sviluppandosi sui tre piani della galleria.
Una frase che l’artista ripeteva era: “L’arte è un’illusione che ha le sembianze del vero” ed è per questo che la mostra riprende il tema dell’inganno: opere che ci illudono e sono in realtà tutt’altro o che non ci permettono di capire quale strano materiale è stato utilizzato.

Piano terra e primo piano

Il primo ambiente espone le opere degli anni Sessanta: dipinti come gli autoritratti, la serie dei “Palloncini”, in cui le opere sono appese a palloncini dando la sensazione di potersi sollevare in aria e i “Quadri a quadretti” che vogliono tornare all’origine della pittura, a quando disegnavamo da bambini, ma Mondino lascia un vuoto, uno spazio da completare idealmente attraverso il nostro disegno.
Oltre alle pitture, Mondino crea delle installazioni realizzate con il cibo per riflettere sull’effimero, ciò che può deteriorarsi e non è più eterno. Tra queste la Piscina di Marshmallow che ci permette di immergerci nella dolcezza, ma la scaletta della piscina è troppo alta da raggiungere e l’illusione del benessere diventa un luogo da cui è impossibile uscire.
Anche nei piani superiori tornano le opere commestibili: torri di cioccolato, muri di zucchero o un mosaico realizzato con le tante carte colorate dei cioccolatini. In questo modo opere monumentali potrebbero simbolicamente essere mangiate e sparire.

Mondino e l’Oriente

Aldo Mondino fu influenzato dall’Oriente e durante i suoi viaggi ha potuto svolgere ricerche e sperimentare. Sulle pareti del primo piano troviamo il tema dei tappeti orientali: vengono appesi alle pareti come dei quadri, ma avvicinandosi si scopre l’illusione: non sono di tessuto, ma di eraclite, un materiale industriale usato nei cantieri edili e che qui si riempie di colori. Anche a terra è disposto un tappeto, stavolta formato di granaglie, mais e riso. Il titolo è un gioco di parole: “Raccolto in preghiera” in riferimento al tappeto usato per raccogliersi in preghiera e al raccolto dei contadini.

Ultimo piano

I giochi di parole e l’ironia si ritrovano in tante altre opere tutte da scoprire. All’ultimo piano sono ad esempio raccolti gli “omaggi”: opere dedicate ad amici, ispiratori e a grandi artisti. Tra queste la “Mamma di Boccioni” che diventa una scultura con le bocce del bowling, mentre la versione dell’opera con dei getti d’acqua diventa “la Mamma di Fontana”.
Infine ricordiamo “Ali Ali Alighiero” il trittico dedicato all’amico fraterno Alighiero Boetti poco dopo la sua morte. Quest’opera è ricca di riferimenti: i gabbiani richiamano gli aeroplani bianchi realizzati da Boeri e volano sul Marocco, terra amata da entrambi, per poi raggiungere il cielo nel viaggio eterno.

 

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