Arriva a Palazzo Reale dal 21 febbraio 2018 fino al 24 giugno 2018 “Dürer e il Rinascimento tra Germania e Italia”, una mostra che per la prima volta porta a Milano, in un’unica sede, una magnifica e rappresentativa selezione di capolavori di Albrecht Dürer, protagonista assoluto del Rinascimento tedesco ed europeo, all’epoca della sua più alta espressione. La sua carriera segna, infatti, un momento di grande effervescenza in termini socio-economici, artistici, culturali e intellettuali nel Rinascimento tedesco, ma anche un momento di massima apertura verso l’Europa sia al Sud (Italia settentrionale), sia al Nord (Paesi Bassi).
Nella mostra figurano circa 130 opere di Dürer, fra pitture, stampe grafiche e disegni, innovative dal punto di vista tecnico, semantico, iconografico.
La mostra mette in evidenza i rapporti reciproci tra la sua opera e quella di grandi maestri suoi contemporanei, attraverso disegni, incisioni, dipinti e grafica. Nella mostra, infatti, la produzione di Dürer è affiancata da alcune opere di artisti tedeschi suoi contemporanei come come Lucas Cranach, Albrecht Altdorfer, Hans Baldung Grien da un lato, e dall’altro di grandi pittori, disegnatori e artisti grafici italiani della Val Padana fra Milano e Venezia, come Giorgione, Giovanni Bellini, Andrea Mantegna, Leonardo da Vinci, Andrea Solario, Jacopo de’Barbari, Lorenzo Lotto.
La mostra si articola per sezioni tematiche.
Si comincia con “l’autore e il suo rapporto con Venezia e l’Italia”.A partire dal 1490, Dürer infatti si misurò con le varie teorie artistiche recepite in Italia. Prosegue poi con la sezione “Geometria, misura, architettura” in cui si scoprono le sue idee all’avanguardia sull’imitazione della natura e dell’arte sul piano teorico, sulla proporzione e sulla prospettiva.
L’osservazione delle regole dell’arte veniva controbilanciata, nell’arte di Dürer e dei suoi contemporanei, dalla registrazione meticolosa della natura come rivela la terza sezione – “Scoprire la natura, scoprire il mondo” in cui il contributo degli artisti tedeschi, Dürer in testa, è fondamentale, alla pari di quello di Leonardo da Vinci e altri pittori e disegnatori nord-italiani.
La mostra prosegue dando una visione della persona di Albrecht Dürer e degli altri protagonisti di questa incredibile stagione artistica con la sezione “La scoperta dell’individuo” che analizza l’uomo, l’artista, l’individuo scoperto attraverso l’opera, che è l’immagine esterna, quella del ‘ritratto’.
Nella quinta sezione della mostra, “Dürer incisore: l’apocalisse e i cicli cristologici”, si cerca di sviscerare un aspetto particolarmente discusso sui vari atteggiamenti di Dürer e dei suoi contemporanei nei confronti del dibattito religioso e spirituale dei suoi tempi.
Si approda quindi al tema del “Il Classicismo e le sue alternative”, ultima sezione che chiude il percorso espositivo con una riflessione sul “sistema estetico” che ha caratterizzato questo importantissimo periodo storico e di cui l’artista di Norimberga rappresenta nei suoi capolavori l’esempio più riuscito di questo momento di massima apertura culturale, caratterizzata dalla grande diffusione di nuove idee filosofiche e dallo sviluppo di cambi di paradigma senza confine, men che meno geografico.